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PRIMA LUCE - STEFANIA ORRÙ

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PRIMA LUCE - STEFANIA ORRÙ - Newsletter

dal testo critico di Stefano Gagliardi

"All’interno di una realtà divisa fra ciò che può e deve essere capito e ciò che può o deve essere desiderabile, la Orrù vive in sostanza una dimensione etica e spirituale alla quale il suo fare arte non può e non deve sottrarsi. Un valore etico a 360 gradi dove nel suo procedere artistico la bellezza non prescinde mai dalla verità.(…)
(…)La mostra “Prima Luce” è il farsi di una consapevolezza raggiunta, è la potenza di un “Io sono” che  traspare in ogni sua opera. E’ un “io sono” silente e pacificato, saldato a un tempo presente, sempre meno ancorato al proprio passato e vissuto. E’ l’atto finale pittorico che segue quel processo di intima astrazione dove il distacco dal proprio io produce, attiva e perfeziona nuovi livelli (condizioni-momento) di acquisizione dell’essere. Stefania Orrù sembra trasferire in pittura la formula di Arthur Rimbaud «Io è un altro», che si può tradurre in quell’improvvisa emergenza del pensiero che porta l’artista a essere altro da sé, separandosi dalla condizione di essere in sé. L’artista, nell’annullamento  del proprio io individuale, si ricongiunge a una dimensione superiore, in un tempo che diventa dinamico, in termini di consapevolezza e, soprattutto, fluido nelle leggi del proprio divenire. L’artista trasforma il proprio viso, oggetto del suo sguardo, in un volto altro, soggetto della propria visione: in questo caso la verosimiglianza esteriore cede il posto al manifestarsi di una entità che trasferisce a sé un insieme di suggestioni e conoscenze altre: il viso oggetto si trasforma in un volto che la guarda, che ci guarda, ovvero, che ci riguarda. Stefania Orrù si fa ritratto, crea opere che parlano di lei, del suo volto, del suo corpo, non come donna al centro dell’universo, bensì “come esemplare umano” che si offre a contenere dimensioni in espansione; è solo così che l’artista, «…attraversando ogni forma di sofferenza, di amore e follia per raggiungere l’ignoto» perviene a  quello che Rimbaud auspicava: “farsi veggente”.(…)
(…)La mostra ”Prima Luce” racconta l’incanto trasferitosi sull’artista, prima che a noi, vissuto nei tempi di un suo simbolico venire, tornare alla luce. Le opere in mostra sono la rivelazione figurata del compiersi di una liberazione: il progressivo svincolarsi della veste-drappo, metaforicamente sentito come corpo altro. L’opera, ”il grande nudo in piedi”, diventa l’atto finale di questa metaforica svestizione, simbolo quasi di un ritorno al proprio corpo primigenio: è l’emozione del corpo che incontra fuori da tutto il tempo, dentro tutto lo spazio la propria “prima luce“ e,  mentre ne viene attraversato, quel corpo si dichiara: io sono, eccomi.(…)
(…)Le opere in mostra hanno tutte lo stesso titolo: Prima Luce. Diversamente sarebbe stato come dare un nome alle singole foglie di uno stesso albero."

Castello di Schisò - Via Lungomare Schisò – 98035 Giardini Naxos (ME)

Orari: 10.00-13.00/17.00-22.00
Chiuso il lunedì
Ingresso € 5,00

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